venerdì 13 maggio 2016

La danza del mattino


Il mio spazio sacro principale è la mattina appena alzata, prima di mangiare.
Questa decisione mi è costata molto perchè io mi sveglio sempre con i crampi per la fame, a prescindere dall'ora e dalla dose di cibo ingerita la sera prima e tenderei a ingoiare la colazione praticamente mentre sto ancora dormendo mentre nella testa mi frullano scampoli di sogni, elenchi di cose più o meno fondamentali da fare, ricordi e rimuginazioni sul giorno passato. In genere la colazione in questo stato mi resta sullo stomaco per molte ore e mi sento gonfia prima di essere sazia.
Ti racconto quale è il mio nucleo inalienabile o minimo sindacale che mi impongo, al quale poi aggiungo (quasi sempre) altre parti a piacere:
Per prima cosa mi metto in piedi e cerco di essere diritta e rilassata allo stesso tempo, ricordo ai miei piedi che sono importanti e li ringrazio (i miei piedi non sono felici di stare lì, si appoggiano sempre come se non volessero starsene per terra) e poi cerco di respirare senza inspirare come un mantice gonfiando il torace ma gonfiando la pancia e facendo durare l'espirazione il più a lungo possibile in modo da svuotarmi, rimandando l'ispirazione solo al momento in cui è necessaria. (questa cosa dopo anni ancora non mi viene bene, soprattutto da in piedi e appena alzata, è buffo che per tanti sia difficile respirare bene, no?)
In realtà a questo esercizio non dedico mai più di pochi respiri, perchè non mi viene bene e mi stufo subito.
Per cominciare io ho bisogno di avere una traccia da seguire senza dover usare la testa e mettermi a inventare gli esercizi o peggio facendo movimenti meccanici mentre con al testa sono altrove.
Allora mi immagino di essere in Val Codera e mi metto a dire le vocali.
- Metto le gambe e le braccia come sono le gambe della lettera A e dico Aaaaaaaaaaaa mentre espiro.
- Poi raccolgo le braccia come se volessi incrociarle sul petto, con le mani verso le spalle per dire la E
(che immagino scritta in corsivo in questo caso, infatti le braccia rappresentano l'incrocio)
- Mi tiro sulla punta dei piedi allungando un braccio per dire Iiiiiiiiiiiiiiiiiiiii (tutta la sequenza la ripeto un po' di volte per allungarmi da tutte e due le parti)
  • Alzo entrambe le braccia verso l'alto, ma coi piedi ben piantati per terra e dico Uuuuuuuuuuuu
  • Unisco la punta delle dita tenendo le braccia arrotondate come a sorreggere un'enorme pancia, mi appoggio sulla parte esterna del piede per formare una specie di O anche arcuando le gambe (i piedi rimangono a una certa distanza tra loro)
(Fai attenzione ad avere le mascelle e i muscoli della bocca rilassati mentre dici le vocali).

Ho messo la U prima della O perchè se provi a pronunciare tutte le vocali di fila ti accorgi che con minimi movimenti puoi passare da una all'altra solo se sono messe in quest'ordine, dopo la O ricominci dalla A. Provaci tu stessa, non è facile spiegarlo a parole.
Poi ho scoperto che in varie culture, sicuramente quelle orientali ma pure in una corrente della mistica ebraica sono attribuiti grandi poteri alle vocali, perchè ognuna risuona in una zona diversa del corpo e massaggia gli organi interni. Prova tu a scoprire dove risuonano, non è facile, per aiutarti ti dico che la A è al centro, la I è quella che risuona più in alto di tutte e la U più in basso.
Se appoggi la lingua sul palato metti in collegamento la linea (il meridiano direbbero i cinesi) che parte dal labbro superiore e arriva fino al primo chakra (tra l'ano e la vagina) scorrendo sulla schiena e la linea che unisce il primo chakra con la punta della lingua.
Per passare dalla I alla U a volte appoggio lo lingua sul palato e chiudo la bocca... che suono ti viene?

Per capire meglio le vocali si può cantare la canzone che ti ho scritto prima (sulla terra bene sto) che associa ogni lettera a un elemento e nella U li racchiude tutti.
Si può anche danzare la canzone cercando di riprodurre col movimento i vari elementi, ma per farlo bisogna essere molto disinibiti, essere sicuri che nessuno ti veda e aver sperimentato un po' di movimenti col corpo per non cadere in gesti stereotipati e rigidi.

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