martedì 24 maggio 2016

PENSANDO AL PARTO


Ad essere sincera io non sono mai stata tanto preoccupata dall'idea del parto in sé, piuttosto nelle ultime settimane volevo sapere quando sarebbe iniziato il travaglio, volevo avere tutto pronto, e mi sembrava pazzesco che un avvenimento che mi avrebbe cambiato completamente la vita dovesse arrivare così senza preavviso (quei nove mesi di preavviso evidentemente non mi bastavano, la mia vita era già cambiata ma ancora non me ne rendevo pienamente conto, la pancia era una sorta di parentesi obesa).

Pensavo semplicemente che il parto fosse un rito di passaggio fondamentale, magico, è una prova in cui il dolore è una guida.
Pensavo questo del parto e poi infatti è stato così.
Forse se avessi pensato che fosse una disgrazia del cielo, una maledizione che sarebbe meglio evitare, un dolore mostruoso e senza senso... forse la stessa esperienza medesima mi sarebbe sembrata orribile e ingiusta.
O forse la verità è che, se avessi pensato che il parto sarebbe stato doloroso e mostruoso, sicuramente lo sarebbe stato più di quel che fu.
Perché - diciamocela tutta - è qualcosa di disumano e travolgente, se non avessi saputo con certezza cosa mi stava succedendo e perché mi sarei terrorizzata a morte.

Comunque io non avevo idee molto precise, prima.
Sapevo bene tutto il processo fisico, avevo pure visto delle foto (mia mamma sostiene che non bisogna vedere foto del parto prima di partorire perchè fa impressione, ma io preferivo avere impressione dei neonati insanguinati altrui piuttosto che schifo e orrore del mio) però nessuno mi aveva raccontato di quale esperienza sublime e mistica fosse, necessaria e perfetta.
L'unica informazione che veramente mi è stata utile è quello che ci ha detto Anna al corso preparto (ostetrica che supera l'immaginario idilliaco che io ho delle ostetriche in generale e che non è mai stato disatteso da nessuna sua collega che abbia conosciuto.), ha spiegato che, così come nel rapporto sessuale il piacere porta a lasciarsi andare e conduce all'orgasmo, nel parto è il dolore ad essere guida e a spingerti ad abbandonare ogni resistenza e “lasciare andare”. Perché il parto altro non è che “lasciare andare” quella creatura che all'inizio era una parte di te e lentamente diventa un sé (molto lentamente, diciamo nel giro di qualche anno...una trentina? forse di più...ma di questo parleremo un altra volta). In realtà io non ho percepito quel lutto, o baby blues o depressione post-partum o crollo ormonale con pianti e ansie, insomma tutte quelle cose che ormai siamo tutte giustificate - e incoraggiate - ad avere dopo il parto per via della separazione.
Io la prima separazione da lutto e tristezza ce l'ho avuta solo con lo svezzamento, perchè in realtà dopo la nascita la gravidanza continua, solo che puoi guardare negli occhi la tua creatura, tenerla in braccio e soprattutto a volte puoi metterla GIU' o darla a qualcun altro... beh, sì e poi puoi sentire il profumino dei suoi escrementi e la sua dolce vocina incazzata se non fai subito ciò che devi fare, ma per il resto tutto procede come prima, hai sempre fame, sempre sonno, sei rincoglionita, ti svegli un po' di volte per notte e non sei padrona del tuo corpo.

Nelle ultime settimane di gravidanza mi capitava sempre più spesso di sognare la nascita del mio bambino e anche di pensare al parto, ma a collegare questi due eventi non ci riuscivo proprio. Immaginavo la mia esperienza, come avrei affrontato il dolore, in che posizione, le emozioni, il ruolo di Ale e poi immaginavo il mio bambino appena nato, la mia nuova vita...ma non riuscivo a vedere una continuità logica tra la prima e la seconda cosa.
Ogni sera mi addormentavo pensando me lo sento, sarà questa notte, domani avrò un figlio in braccio.
La mattina gettavo un'occhiata nella culla per vedere se era arrivato.
Nei sogni succedeva lo stesso, mi toccavo la pancia e sentivo un piedino o una manina che mi stringeva il dito, oppure un vagito e puf! eccolo lì vestito e sorridente.
La verità è che non basta vedere film, foto, leggere, ascoltare, non te lo puoi immaginare.
E' come cercare di immaginarsi come sia fare l'amore quando non hai mai baciato nessuno, non c'è verso di avvicinarsi con la fantasia. Il tuo corpo non ne ha memoria e non riesce a raffigurarselo neanche in sogno.

E tu cosa pensi del parto? Che sogni fai?


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