LO
STATO INTERESSANTE
Credevo
che in gravidanza sarei stata sopraffatta da preoccupazioni, ansie
paranoie dubbi incubi e dilemmi (fare un figlio a Milano??!!!??? in
un appartamento in due??! senza giardino, orto, coetanei, camino,
eccetera) e da insicurezze (io mamma? Un altro umano che dipende
totalmente da me?)
In
realtà ero in uno stato di beata confusione, molto lontano da tutto
ciò che si può definire razionale, era tutto attutito, ovattato,
animalesco, fame subito, sonno adesso, coccole immediate (la famosa
triade bacco tabacco e venere, o sesso droga e rock 'n roll, era
diventata Orfeo Pantagruele e Venere - la costante è sempre la
stessa) e poi nausee, sonno che non riposa mai perchè là dentro si
lavora pure la notte, corpo che cambia, scomodità e disagi vari per
quanto riguarda ciascuna delle componenti della triade sacra
sopraccitata, contrazioni, ansie mediche, restrizioni alimentari e di
altra natura... e come facevo a spiegare che però stavo benissimo?
che mi sembrava di stare in paradiso? e non solo perchè il mondo mi
coccolava...
La
cosa più magica era questo sentirmi come sospesa tra due mondi
(forse chi stava in questo mondo mi trovava assente, sicuramente non
ero lucida). Ero un ponte teso tra la terra e il cielo, attraverso il
mio corpo, ora dopo ora, un progetto di umano prendeva forma
ripercorrendo tutta la storia dell'evoluzione, una cellulina nel
brodo primordiale, un cuore piccolo al galoppo nell'affanno di una
crescita esponenziale, vertiginosa, poi le branchie, la coda, vari
esperimenti, ossa del cranio buone per sviluppare un becco e poter
volare, pellicce e altre forme extraterrestri, per poi modellare un
buffo corpo da umanino sproporzionato pronto per ospitare uno spirito
(fabbricato al momento? già usato? fabbricato all'inizio e tenuto in
serbo per quel giorno? chi lo sa? io so solo che mi sentivo a metà
tra la terra e un altra dimensione, io offrivo uno spiraglio e una
scala ad un altro mondo per scendere sulla terra ma io stessa ero
ospite di quel mondo e non ve lo so raccontare perchè lì non si usa
la testa, non ci sono le parole e io senza parole non lo so dire e
ciò che non so dire prende la stessa forma di ciò che non ho
vissuto perchè non ha strade per entrare nella mia coscienza.)
Per
questo non avevo preoccupazioni, mi sentivo scortata dovunque
andassi, c'era perfino una lupa grigia e riservata che camminava
qualche passo dietro di noi e vigilava su di noi...
Devo
però riconoscere che io ho vissuto le mie gravidanze in una
situazione super-privilegiata (papà della creatura meraviglioso,
buon rapporto coi nonni, casa con affitto molto agevolato, lavoro
flessibile e pure maternità pagata!!!) e vorrei dedicare 10 minuti
di sincero silenzio per tutte le donne che sono costrette a vivere
questi momenti senza sostegno e amore, credo debba essere una delle
cose più agghiaccianti del mondo, qualcosa di simile a quello che
prova un neonato abbandonato in un cassonetto, perchè la donna
incinta è
il neonato che porta).
E
tu? Anche tu pensi che sia uno stato interessante o principalmente un
gran sbattimento ( come sto pensando io in questi ultimi mesi in cui
mi sento assediata con una bimba dentro e un bimbo fuori che mi
succhiano energia da ogni parte) o forse invece lo vivi più
sportivamente come una fase di passaggio neanche così anomala...
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